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“Gusto Liberty. I luoghi della convivialità nel Primo Novecento” a Romano Canavese (TO)

Una ricca esposizione è visibile da metà aprile nella cittadina in provincia di Torino dove la Fondazione Arte Nova opera dal 2011 con l’intento di favorire la conoscenza della cultura Art Nouveau in Italia

Già da alcuni anni negli spazi del FAN vengono proposte mostre, conferenze ed eventi musicali che fanno di Romano e del Canavese un punto di riferimento culturale che valorizza il territorio.
Lo scorso anno da aprile a luglio la Fondazione di Romano Canavese proponeva un evento di arte applicata europea incentrato sull’oggettistica a corredo della casa, presentando nello specifico gli arredi e le suppellettili d’uso che arricchirono di gusto le tavole della borghesia nei primi del Novecento: piatti, caraffe, bicchieri e quant’altro poteva rendere elegante e funzionale il rito del ricevere casalingo.
Quest’anno l’attenzione, sempre rivolta al gusto conviviale, si sposta un po’ più all’esterno e guarda con maggiore attenzione all’uso degli spazi all’aperto e all’ospitalità nei luoghi di ritrovo pubblici, simbolo della nuova tendenza alla condivisione e al divertimento fuori dai salotti, che prende avvio nel secondo Ottocento e si sviluppa sempre più nel nuovo secolo. Ne emerge il ritratto di un’epoca in cui il tempo libero, grazie a un benessere più diffuso, comincia ad assumere una certa importanza, si riempie di nuove abitudini e si va trasformando in stile di vita per le future generazioni.
L’esposizione, dal titolo Gusto Liberty. I luoghi della convivialità nel Primo Novecento, è stata realizzata anche grazie a diversi partner: l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, l’Associazione per la fotografia storica di Torino, il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, l’Azienda Bosca e l’Archivio dell’Azienda Storica Martini & Rossi, che hanno fornito diversi materiali espositivi.
Elena Franco, curatrice dell’evento, ha composto per l’occasione 5 sale, ognuna delle quali dà spazio a una modalità di convivialità e consumo del cibo, attraverso fotografie d’epoca, oggetti e complementi d’arredo, libri e menù, che immergono il visitatore in altrettanti momenti dello stare insieme a cavallo tra Otto e Novecento.
Una sala a parte ospita la rassegna curata da Gigliola Foschi che presenta opere fotografiche degli studenti del corso 2016/2017 dell’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, un collegamento con il presente che offre un interessante paragone col periodo storico in oggetto, mentre una proiezione a cura del Dipartimento Architettura e Design del Politecnico di Torino, illustra, grazie ad immagini e schede di approfondimento, il patrimonio piemontese di caffè, ristoranti e botteghe dell’epoca.

 

Convivialità e tempo libero. Binomio di successo

A cavallo tra Otto e Novecento in tutta Europa le classi nobili e alto borghesi godono a piene mani del progresso tecnologico e scientifico che porta novità in ogni settore. Ma le possibilità di condurre una vita migliore aumentano anche per la classe media legata al commercio e al settore impiegatizio mentre la classe operai, grazie alle industrie che man mano fioriscono, riesce a portare a casa un salario spendibile non solo per la sopravvivenza ma anche, in piccola parte, per le forme di svago poco costose.
Domanda e offerta di servizi legati al benessere della persona e al tempo libero si incontrano felicemente dando luogo ad opportunità prima sconosciute che invitano alla convivialità casalinga e al divertimento fuori dalle mura domestiche.
Mai prima come adesso il ritrovarsi a tavola, al caffè, al teatro, diventa un piacere pian piano usuale, un modo di fare diffuso che riguarda non solo le classi più abbienti, ma anche la media e piccola borghesia.
È l’inizio di un periodo che vede cambiamenti epocali: i grandi magazzini, la villeggiatura, lo sport, la cura personale, e quasi tutti richiedono l’incontro con gli altri.

In casa

Nelle dimore della nuova borghesia in ascesa aumenta l’attenzione per l’arte del ricevere; grazie al benessere economico, non solo le apparecchiature da tavola sono più ricche ma anche il cibo è migliore. Il numero dei pasti aumenta comprendendo merende e tè del pomeriggio, mentre a dettare gli orari del mangiare sono i tempi di lavoro, anch’essi spesso comuni per molte persone. L’etichetta eccessiva dei nobili, non trova riscontro negli usi conviviali del ceto borghese che, in modo più rilassato e spontaneo riceve con minore etichetta, sebbene rimanga essenziale nei casi ufficiali compilare il menu e inviare gli inviti.
Al centro dell’universo domestico la padrona di casa, una figura che domina e impartisce, che si prende cura della famiglia secondo le regole dell’alimentazione moderna che apprende sui manuali e che definisce gli ambienti in cui vive, alcuni dei quali stanno avendo cambiamenti epocali. La cucina, ad esempio, il cui spazio un tempo dominato dal camino e dalla stufa in ghisa a carbone o a legna, si trasforma con l’avvento della macchina a gas che induce a una progettualità ad essa funzionale nonché a nuove modalità di cottura dei cibi, ora più variegati e maggiormente acquisibili grazie al progresso dei collegamenti viari e distributivi.

Nei grandi spazi del consumo

Alle maggiori possibilità economiche rispondono prontamente le nuove possibilità di consumo offerte dal commercio che in ogni settore vive uno straordinario momento cavalcato dalla grandiosa idea del momento: il grande magazzino, che soppianta con la sua offerta economica e lo scintillio espositivo le vecchie botteghe cittadine.
I grandi spazi del consumo cominciano ad apparire proprio a fine Ottocento e si diffondono nei paesi europei come nel resto del mondo. Grazie alla clientela che riescono ad attirare in virtù dei prezzi bassi che riescono a praticare (acquistando alla fonte grandi quantità), decretano anche il cambiamento del processo produttivo. Per soddisfare la domanda, infatti, si renderà necessario semplificare e velocizzare sempre più la lavorazione che da artigianale diventa industriale su larga scala, capace di produrre migliaia di pezzi tutti uguali, consegnati attraverso una rinnovata rete distributiva.
Grazie al successo dei grandi magazzini, la stessa struttura architettonica delle città cambia. Cattedrali del consumo si affacciano con le loro accattivanti vetrine sui nuovi larghi viali che danno modo alle carrozze di sostare e alle persone di fermarsi a guardare e accedere facilmente all’interno dove, oltre ad acquistare merci, possono sostare presso le sale da tè e di lettura, circostanza che, ancor più, fa di essi un luogo conviviale.
In questo contesto promozionale, grande importanza acquisisce la pubblicità a stampa del prodotto favorita anche dallo sviluppo delle tecniche tipografiche. Dai grandi manifesti affissi all’aperto che invadono di colore le vie cittadine, alle locandine esposte all’interno dei locali pubblici e delle attività commerciali, poche parole e molte immagini divertenti e invitanti bastano per invitare al consumo e facilmente il messaggio viene assorbito da tutte le classi sociali perché semplice ed esplicativo. Anche il packaging è coinvolto nella nuova maniera di proporre il prodotto: forme variegate di scatole colorate ricche di particolari accattivanti, si propongono in linea con le nuove regole in materia di comunicazione pubblicitaria.
Grazie al nuovo linguaggio della réclame, un’opinione pubblica “mobile” detta nuove mode e nuovi gusti. Lo stile di vita che per secoli era cambiato lentamente, subisce ora una formidabile accelerata contribuendo a diffondere nuovi modelli di convivialità.

Nei luoghi di svago

Contrassegnano i tempi moderni, diversi modi di trascorrere il tempo libero cui ognuno si dedica nei giorni di festa secondo le proprie tasche. Le passeggiate presso i grandi parchi pubblici cittadini sono uno svago poco costoso come pure le escursioni in bicicletta e i picnic in campagna divenuti una moda. Anche per le classi meno abbienti è usuale sostare ai tavolini dei caffè con la famiglia, mentre a fine Ottocento, chi può, corre al mare per scopi terapeutici e di svago.
Abbastanza costoso è pranzare nei ristoranti rinomati ideati da architetti che li trasformano in luoghi celebrativi dello stile floreale, recarsi la sera a teatro oppure passare al cabaret, la novità di fine secolo, una forma di spettacolo che combina teatro, canzone, commedia e danza che nasce in Francia sul finire del XIX secolo. A differenza del café-chantant – di origine più antica e orientato maggiormente verso il classico intrattenimento – il cabaret sperimenta nuovi linguaggi teatrali, estetici, musicali. Non a caso è qui che fioriscono le correnti dadaiste e surrealiste che influenzeranno l’arte successiva.
In Italia però, a prendere maggiormente piede sarà l’ormai consolidato caffè concerto nato a Parigi già nel XVIII secolo, ma che da noi diventa luogo alla moda solo sul finire dell’Ottocento.
Per la borghesia, l’esercizio della convivialità diviene ancor più praticabile grazie alla maggiore facilità dei viaggi, alla diffusione della villeggiatura e, per le classi più abbienti, alla messa a punto delle prime crociere. I trasporti, divenuti più veloci, invitano al turismo marino, lacuale, montano; nel nostro Paese, in particolare, nascono il Club Alpino italiano, nel 1863, il Touring Club Italiano, nel 1894, e si pubblicano volumi ad uso turistico, come le Guide Treves, che danno informazioni e consigli.


E inoltre… 

La Collezione della FAN in esposizione presso il ristorante “Le Jardin Fleuri”

A complemento dell’esposizione Gusto Liberty. I luoghi della convivialità nel Primo Novecento è possibile visitare una dimora borghese di inizio secolo allestita in permanenza sopra il nuovissimo ristorante Le Jardin Fleuri, in via Santa Tersina, nelle immediate vicinanze della sede espositiva della Fondazione Arte Nova. L’appartamento arredato in stile liberty, propone la ricostruzione di tutti gli ambienti domestici – dalla cucina alla sala da pranzo, dal salotto alle camere da letto – con arredi originali fra i quali spicca la sala da pranzo disegnata da Eugenio Quarti che fu presentata all’Esposizione Internazionale d’arte decorativa moderna di Torino, 1902. Nel percorso di visita museale si potranno ammirare la cucina-potager tipica dell’epoca, il salotto ad angolo di fattura piemontese con la stoffa dipinta a mano, le due camere da letto, una in stile italiano e una in stile francese, con relativi accessori.


Il nuovo ristorante caffetteria arredato in stile liberty, è un unicum nel suo genere. L’attività di ristorazione si svolge in una cornice d’epoca, allestita con gusto e raffinatezza, utilizzando solo arredi originali appartenenti alla collezione della Fondazione Arte Nova. Le pareti ed i soffitti sono stati affrescati in parte recuperando i decori originali della struttura, anch’essa di inizio ’900, e in parte inserendo motivi floreali nuovi ma ispirati all’amore per il colore e la natura che caratterizzò l’Art Nouveau. Gran parte degli arredi provengono dai saloni di Grand Hotel italiani, austriaci o francesi, i servizi di piatti sono stati realizzati tra fine ’800 e inizio ’900 da celebri manifatture inglesi.


Scheda informativa:
Gusto Liberty. I luoghi della convivialità nel Primo Novecento
Romano Canavese (TO) – Fondazione Arte Nova, via Fiume 15 
Fino al 9 luglio 2017
Orario: da mercoledì a domenica 15-19
Per il calendario di incontri a tema a cura di Cristina Ariagno e Paola Gullino, che forniscono ulteriori contenuti all’esposizione: www.fondazioneartenova.org

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